Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

Fanpage. Insulti e spintoni ai giornalisti dopo pubblicazione inchiesta

La cronista Gaia Bozza ha schivato uno schiaffo durante un incontro pubblico del Pd. Il Presidente della Regione Campania ha definito i filmati un’operazione camorristica e squadristica

La mattina del 18 febbraio 2018, a Salerno, durante la presentazione pubblica dei candidati della lista Pd alle elezioni politiche del 4 marzo, una donna che partecipava all’evento ha insultato e aggredito la giornalista di Fanpage, Gaia Bozza, che si era avvicinata all’assessore dimissionario Roberto De Luca, per rivolgergli delle domande. “Lui è un grande, lasciatelo stare. Non è come questa monnezza”, ha gridato la donna indicando la telecamera di Gaia Bozza. La cronista si è allontanata.  Mentre faceva riprese della sala, la donna l’ha raggiunta e ha cercato di afferrare la telecamera, spintonando la cronista e alzando le mani per schiaffeggiarla, ma senza colpirla (guarda il video).

“E’ allarmante – ha detto la giornalista a Ossigeno – che durante un convegno politico pubblico qualcuno cerchi di aggredire una persona soltanto perché cerca di rivolgere domande a un personaggio pubblico. Questo episodio lascia l’amaro in bocca. Dice qual è il clima che si respira. Così si compromette l’esercizio di un elementare diritto della nostra democrazia”.

Gaia Bozza è stata aggredita due giorni dopo la pubblicazione della prima puntata dell’inchiesta di Fanpage sul traffico illecito dei rifiuti in Campania, che ha fra l’altro ha indotto Roberto De Luca, figlio del Presidente della Regione Campania, raggiunto da un avviso di garanzia, a rassegnare le dimissioni da assessore e ad annunciarlo proprio durante l’incontro elettorale nel corso del quale  Gaia Bozza è stata presa di mira.

La pubblicazione dell’inchiesta ha surriscaldato gli animi. Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Campania, ha criticato più volte Fanpage. Il 17 febbraio, su Lira Tv, ha parlato di “sceneggiature impensabili”, di “camorristi, ex camorristi, assoldati per fare grandi operazioni di intelligence e da servizi segreti”. Lo stesso giorno, su Facebook, ha parlato di “aggressione personale e politica”. Il 19 febbraio ha postato un video messaggio su Facebook nel quale parla di “aggressione mediatica pseudo-giornalistica contro di noi alla vigilia di una campagna elettorale delicata. Un’ operazione camorristica e squadristica che parte dal tema della gestione dei rifiuti” (leggi).

Quando, il 19 febbraio, a Caserta, durante una manifestazione di propaganda elettorale della formazione “Campania in Movimento”, il giornalista Antonio Musella, videoreporter di Fanpage, ha chiesto a De Luca di spiegare queste sue affermazioni, il presidente della Regione gli ha più volte fatto segno di allontanarsi dicendo: “Via. Via la camorra”. Poi lo ha definito “un provocatore” e ha chiesto si mandarlo via se necessario chiamando le forze dell’ordine. Il giornalista è stato effettivamente allontanato dai sostenitori di De Luca e poi dalle forze dell’ordine (guarda). “Questo episodio e quello di Gaia Bozza sono spiacevoli. Queste reazioni del Presidente della Regione sono inammissibili”, ha commentato Musella.

Contro gli attacchi di De Luca sono intervenuti l’Ordine dei giornalisti, la Federazione della Stampa e il sindacato Campano. “Bollare come ‘camorristiche’ e ‘squadristiche’ le inchieste giornalistiche è inaccettabile e non può essere consentito a nessuno, tanto meno a un rappresentante delle istituzioni”, hanno scritto in una nota congiunta (leggi).

RDM

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